Programma elettorale
Ripensare le politiche per la ricerca e il trasferimento tecnologico
Elezione della carica di Rettore dell’Università degli Studi di Milano
Ripensare le politiche per la ricerca e il trasferimento tecnologico
Nei prossimi anni l’Ateneo deve puntare a migliorare ancor più la qualità della propria ricerca in tutte le aree, approfittando del processo di innovazione delle sedi e degli strumenti e in sinergia con lo sviluppo di reti internazionali. Sarà fondamentale investire sull’ufficio ricerca e sui referenti dipartimentali per la ricerca, colmando le lacune di organico oggi talora evidenti. Occorrerà altresì ripensare il ruolo e la gestione del trasferimento tecnologico alla luce del trasferimento a MIND di dipartimenti di area scientifica.
Ricerca
Quanto alla ricerca finanziata dall’Ateneo, l’impegno è a garantire e se possibile aumentare nell’ambito delle politiche di bilancio le risorse necessarie. Il sistema di allocazione va poi rivisto e reso più trasparente, condiviso ed efficace cambiando l’approccio degli ultimi anni e promuovendo un maggiore coinvolgimento di referenti dipartimentali per la ricerca nella progettazione delle linee di intervento.
L’approccio del prorettore alla ricerca dovrà essere aperto all’ascolto, alla considerazione delle esigenze delle diverse aree scientifiche e al massimo grado di flessibilità, indispensabile in un grande Ateneo come il nostro. Le linee strategiche non possono essere caratterizzate da un sistema top down, che indica dall’alto i domini di interesse. Sono immaginabili call of interest su temi che dovrebbero essere in linea, per esempio, con Horizon Europe, in modo da incentivare la partecipazione a programmi quadro Europei ed internazionali.
Particolare attenzione, anche nella consistenza dei finanziamenti, dovrà essere dedicata alla Linea 2, che viene assegnata ai dipartimenti su base dimensionale e distribuita all'interno dei dipartimenti con modalità diverse. Per molti docenti si tratta di una linfa vitale che contribuisce fortemente a mantenerli scientificamente attivi. La Linea 2 potrà essere opportunamente differenziata, con opportuno grado di flessibilità, per meglio soddisfare le necessità dei dipartimenti, alcuni dei quali possono avere maggiore interesse per le missioni, altri per la ricerca e l’acquisto di beni, altri per il finanziamento della ricerca dei più giovani. Senza flessibilità e capacità di adattamento alle diverse esigenze nessuna politica di allocazione delle risorse per la ricerca può produrre risultati ottimali.
Il rinnovamento tecnologico e delle strumentazioni riceverà una spinta dal progetto MIND, dove si trasferiranno le attuali UNITECH e si potrà ulteriormente giovare dei progetti dei Dipartimenti di Eccellenza. Occorrerà nondimeno riservare la necessaria considerazione alle strumentazioni, ai laboratori e alle risorse per la ricerca anche nelle sedi diverse dal campus MIND, ancor prima del trasferimento.
Compatibilmente con le politiche di bilancio, occorrerà avviare un confronto sulle possibilità di accesso alla ricerca nel post doc., attraverso finanziamenti interni ed esterni. L’uscita di scena degli assegni di tipo A e degli RTD-A, l’introduzione della figura degli RTT e dei contrattisti di ricerca, molto onerosi per l’Ateneo, impongono di valutare la possibilità di istituire nuove formule quali le borse di ricerca, sul modello di altri atenei, in modo tale da rimanere attrattivi ed evitare di perdere generazioni di giovani e competitività.
Le politiche di fundraising dell’Ateneo dovranno essere orientate a reperire in modo innovativo risorse per la ricerca, come avviene nelle università research oriented. Sarà sempre più importante partecipare a calls internazionali e poter competere, con l’assistenza tempestiva ed efficace dell’ufficio ricerca di Ateneo.
Il tavolo permanente di confronto tra dipartimenti e prorettore alla ricerca deve funzionare come una commissione ricerca; va concepito come una sede nella quale, attraverso l’ascolto, la condivisione di saperi, di esperienze, di idee, di informazioni e di reti possono nascere nuove opportunità e aggregazioni scientifiche. Occorre sprigionare la creatività dei ricercatori più giovani: costruendo dei piccoli network interni interdisciplinari, che uniscano competenze e tools diversi, si può favorire l’innovazione e la crescita di tutti. Si può avviare la ricerca dell’Ateneo verso strade nuove, con un netto cambio di passo in linea con il generale slancio della Statale verso l’innovazione, che caratterizzerà i prossimi anni.
Trasferimento tecnologico
Dovrà essere subito avviata una riflessione condivisa sul futuro del nostro trasferimento tecnologico, che dovrà essere gestito e organizzato tenendo conto del trasferimento dei dipartimenti scientifici a MIND. Occorrerà valutare la possibilità di collocare il trasferimento tecnologico nell’Innovation District, che ne rappresenta la naturale sede. Sarà con l’occasione opportuno rivalutare le modalità di gestione delle attività di trasferimento tecnologico e i ruoli e le ripartizioni di competenze tra l’Ateneo e Fondazione Unimi.