Programma elettorale
Valorizzare il personale docente e incentivare la qualità del reclutamento
Elezione della carica di Rettore dell’Università degli Studi di Milano
Valorizzare il personale docente e incentivare la qualità del reclutamento
Il rilancio dell’Ateneo passa anche attraverso una valorizzazione del personale docente, da attuarsi in più direzioni.
Anzitutto, la semplificazione amministrativa deve sgravare i docenti da troppi adempimenti che li distolgono dalle proprie attività di elezione: la didattica e la ricerca. Un docente sopraffatto dagli adempimenti amministrativi perde l’entusiasmo per l’insegnamento e per la ricerca e la capacità di trasmettere ai giovani quell’entusiasmo.
In secondo luogo, il personale docente deve essere valorizzato quale portatore di conoscenze utili per la definizione di strategie e politiche di Ateneo nei diversi settori: i docenti devono essere ascoltati e contribuire a definire con la governance e l’amministrazione gli indirizzi della didattica, della ricerca e della terza missione. Devono guidare il rilancio dell’Ateneo e non essere considerati dall’amministrazione come erogatori di didattica, compilatori di report o fornitori di prodotti per la ricerca.
In terzo luogo, per assicurare l’eccellenza dell’Ateneo, sul piano nazionale e internazionale, è necessaria una politica volta a incentivare la qualità del reclutamento del personale docente e il merito.
In tema di reclutamento del personale si prevedono, in particolare, le seguenti azioni:
- una revisione dell’algoritmo per la distribuzione dei punti organico, volta a ridurre il rilievo del dato quantitativo dei docenti attivi ai fini della ricerca in dipartimento e a valorizzare invece elementi qualitativi (a titolo di esempio, gli esiti della VQR, la capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, la didattica, la terza missione, l’attività assistenziale in area medica);
- la creazione di un “conto corrente” dipartimentale dei punti organico, nel quale inserire e aggiornare in modo trasparente le risorse disponibili;
- una maggiore flessibilità e autonomia dei dipartimenti nell’utilizzo dei punti organico, superando i vincoli derivanti da un unico momento di autorizzazione all’impiego da parte del CdA valido per tutto l’Ateneo, che non risulta funzionale ad una adeguata programmazione (precludendo ad es. la possibilità di comunicare se e quando potrà essere bandita una procedura di possibile interesse per colleghi italiani e stranieri, che si indirizzano altrove);
- la possibilità di una compartecipazione nell’utilizzo di punti organico tra più dipartimenti per una medesima posizione, radicando il docente nel dipartimento che contribuisce per la maggior parte dei punti, con previsione di specifiche attività didattiche o di ricerca a beneficio dell’altro dipartimento, sulla base di un progetto;
- una maggiore trasparenza da parte del CdA nell’assegnazione dei punti organico, anche attraverso la predisposizione di uno prospetto storico del c.d. borsino del Rettore (termine che impropriamente compare anche in delibere di organi e dipartimenti e che deve essere abbandonato perché distorce la reale natura dei punti, riservati al CdA per operazioni straordinarie, debitamente motivate sulla base della valutazione di progetti);
- la reintroduzione di profili più analitici nei bandi di concorso, che diano rilievo a sotto ambiti del s.s.d. consentendo un reclutamento più mirato rispetto alle esigenze del dipartimento;
- la semplificazione dei criteri e dei verbali delle commissioni di concorso, oggi particolarmente farraginosi e complessi, con significativo rischio di errore in ragione dell’eccessivo rilievo del criterio a somma numerica, che può facilmente comportare errori di calcolo e alimentare di conseguenza il contenzioso amministrativo;
- la valutazione della possibilità di adottare il sistema della terna di idonei per le chiamate da parte del dipartimento, previa analisi delle esperienze di altri atenei, anche con riferimento agli effetti sul contenzioso e alla relativa prognosi di impatto.