Programma elettorale
Essere e sentirsi una comunità in un rinnovato Ateneo multipolare
Elezione della carica di Rettore dell’Università degli Studi di Milano
Essere e sentirsi una comunità in un rinnovato Ateneo multipolare
La coesione della comunità accademica – di tutte le sue componenti (docenti, ricercatori, personale TAB e studenti) – presuppone l’essere e il sentirsi parte, appunto, di quella comunità, e avvertirne l’esistenza. Una delle principali sfide, nei prossimi anni, sarà quella di consolidare la coesione della comunità accademica e il senso di appartenenza all’interno di un Ateneo che si sta sviluppando in direzione multipolare: Festa del Perdono e le altre sedi centrali, Città Studi, MIND, Medicina, con le sue diverse realtà ospedaliere e non, Veterinaria a Lodi, il polo didattico di Unimont a Edolo.
La pluralità delle sedi, dislocate sul territorio della città, rende logisticamente e architettonicamente unico il nostro Ateneo, che a differenza di molti altri non si sviluppa attorno a un unico grande campus e dispone di un numero ancora troppo ridotto di alloggi e foresterie. A questa frammentazione delle sedi si associa poi una struttura organizzativa molto articolata, che prevede trentuno dipartimenti e diversi centri funzionali.
La complessità che deve essere gestita sta dunque nel garantire unità e condivisione nel contesto di una realtà articolata sul territorio e al suo interno; sta nel concepire l’Ateneo in modo unitario, come una universitas, senza centro e periferie; sta nel riorganizzare l’amministrazione e i processi di governance nella direzione di una costante condivisione e capacità di ascolto delle esigenze di tutte le aree scientifiche – nessuna esclusa – secondo una logica bottom-up, affidando agli organi di governo centrali il compito di realizzare la sintesi dopo il dialogo con i dipartimenti, senza calare dall’alto e imporre soluzioni preconfezionate; sta nel valorizzare momenti intermedi di dialogo, di confronto e di lavoro istruttorio indispensabile per gli organi di governo dell’Ateneo; sta in uno sforzo costante di virtuosa contaminazione tra le diverse aree dell’Ateneo, incentivata dal centro, che superi le barriere logistiche e possa fecondare lo sviluppo sempre più interdisciplinare della didattica e della ricerca nel nostro Ateneo.
In questa prospettiva, il trasferimento di un terzo dei dipartimenti nel campus MIND – che interesserà circa 20.000 persone, tra studenti e personale docente e tecnico, amministrativo e bibliotecario – può e deve rappresentare un momento, condiviso, di costruzione di una nuova comunità nella comunità, capace di riaccendere il senso di appartenenza e di attivare effetti di aggregazione con ricadute positive sull’intero Ateneo.
Sapere comunicare e rendere partecipe l’intera comunità accademica delle sue diverse realtà, vecchie e nuove, valorizzandole allo stesso modo e facendole dialogare e interagire, è la sfida dei prossimi anni, necessaria per contrastare la forza centrifuga dell’articolazione in più sedi e dipartimenti e per assecondare un progetto scientifico e culturale che vede nella contaminazione tra i diversi saperi un elemento fondamentale per la formazione delle nuove generazioni.
Questa sfida deve vedere come primo interprete e testimone il Rettore, che rappresenta l’Ateneo nel suo insieme e nelle sue singole parti, che ne costituiscono l’inestimabile ricchezza.