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Realizzare il campus a MIND (Milano Innovation District)

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Realizzare il campus a MIND (Milano Innovation District)

Il principale progetto di innovazione dell’Ateneo – nel centenario della sua fondazione – è rappresentato dalla realizzazione di un campus nell’area in cui si è svolto EXPO 2015, destinato ad accogliere dall’a.a. 2027/2028 i dipartimenti di area scientifica e i relativi corsi di studio. Un nuovo campus ai margini della città, proprio come lo era quello di Città Studi un secolo fa. Un campus che sorgerà accanto all’Albero della vita di EXPO, destinato ad accogliere i nostri studenti e circa un terzo della comunità accademica e degli attuali dipartimenti in un ambiente nuovo, con infrastrutture tecnologiche avanzate per la ricerca e per la didattica e con grandi potenzialità di aggregazione e collaborazione scientifica, interna all’Ateneo ed esterna, nel nuovo Milano Innovation District.

Qualche numero sul campus a MIND:

  • 160.000 mq di superficie lorda pavimentata, inclusa in una superficie territoriale di 65.000 mq, con una impronta a terra degli edifici di circa 30.000 mq, quindi con un rapporto edificato/non-edificato inferiore al 50%, e aree verdi interne al campus per quasi 16.000 mq;
  • circa 17.000 mq netti per aule, per un totale di circa 14.000 posti a sedere; i laboratori didattici occuperanno un’area netta di circa 11.000 mq, con oltre 3.000 postazioni di lavoro per gli studenti; oltre 1.500 mq destinati a spazi studio, in aggiunta ai 2.000 posti lettura previsti nella biblioteca;
  • al momento si prevede di ospitare a MIND 62 corsi di studio attualmente già attivi, per un totale di circa 15.500 studenti. A questi si aggiungono gli studenti di corsi di dottorato di ricerca (circa 20), scuole di perfezionamento, master e scuole di specializzazione;
  • i dipartimenti disporranno di 16.600 mq netti per gli uffici e 31.400 mq netti per i laboratori;
  • negli spazi dipartimentali troveranno posto quasi 1.000 docenti, 900 giovani ricercatori e post doc (dottorandi, assegnisti, borsisti), 1.500 laureandi magistrali durante il periodo di tesi, e una parte delle circa 500 unità di personale TAB attualmente in servizio nei dipartimenti;
  • vi saranno un’aula magna con 600 posti e una mensa con circa 1.000 posti.

La Statale guarda al futuro e a MIND realizzerà, quale grande ateneo pubblico, un campus all’avanguardia nel contesto nazionale ed internazionale per formare nuove generazioni di studenti. L’innovazione della Statale, non a caso, prenderà corpo nell’Innovation District, nel quale, nonostante il ritardo purtroppo accumulato nella realizzazione del progetto, il nostro Ateneo deve candidarsi ad essere un autorevole e centrale motore di sviluppo dell’area, in sinergia con le altre realtà del distretto, a partire da Human Technopole.

Molto se ne è discusso negli anni passati. Ho potuto personalmente conoscere e seguire il progetto sin dalle origini, quale componente del Senato Accademico, già nel 2015. Va subito chiarito che non si tratta, per chi si candida oggi come Rettore, di prendere posizione a favore o contro il progetto, del valore di quasi 500 milioni di euro: è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione nel marzo del 2018 – ormai sei anni fa –, è stato successivamente interessato da significative varianti e sono stati presi impegni economici e finanziari, sulla base di analisi di sostenibilità dell’investimento e di valutazioni relative agli equilibri economici dell’Ateneo.

Purtroppo negli ultimi anni è mancata la necessaria convinzione nel progetto: dopo sei anni dalla delibera del trasferimento dei dipartimenti scientifici, e pur a fronte di un finanziamento di 140 milioni di euro ottenuto nel 2015, è stata posata simbolicamente in occasione dell’inaugurazione del presente anno accademico solo una prima pietra, peraltro già riportata in rettorato.

Nell’area del nostro campus vi è ancora oggi solo un campo.

Il ritardo accumulato è significativo e ha comportato, soprattutto per via dell’inflazione, una crescita dei costi di realizzazione (quantificati in oltre 80 milioni di euro, pari all’incirca all’ultimo finanziamento ottenuto con la legge di bilancio); la predisposizione del cantiere è attualmente in fase di avvio e sono stati stanziati consistenti finanziamenti pubblici, che sostanzialmente copriranno i costi di edificazione (non anche quelli di gestione, a carico dell’Ateneo per oltre 30 milioni di euro l’anno, pure questi considerevolmente lievitati in ragione del ritardo accumulato). Il prossimo Rettore, assieme alla governance, dovrà pertanto tener fede agli impegni e al cronoprogramma; dovrà dare nuovo impulso ai lavori dei tavoli tecnici costituiti dall’attuale amministrazione, avvalendosi delle conoscenze di quanti da anni stanno progettando MIND; dovrà consolidare i rapporti istituzionali con gli enti coinvolti, anche al fine di organizzare i servizi (trasporti, viabilità, residenze, esercizi commerciali, ecc.) a favore degli studenti e di tutto il personale docente e TAB; dovrà soprattutto concretizzare finalmente un ambizioso progetto scientifico e formativo-culturale, concependo assieme alla comunità accademica, con eventuale ausilio di consulenti esperti esterni, un modello gestionale adatto a una nuova realtà, di importanza cruciale per il rilancio dell’Ateneo e della sua attrattività per studenti e ricercatori.

Il Rettore, assieme al D.G., dovrà altresì costituire un tavolo con le rappresentanze del personale T.A.B. per discutere in modo trasparente, aperto e il più possibile condiviso il tema del trasferimento del personale a MIND, la gestione delle attività amministrative e il nuovo ruolo del personale tecnico per le attività correlate ai laboratori.

Analogo atteggiamento di confronto e di ascolto delle esigenze dovrà naturalmente essere garantito al personale docente oggi in servizio presso i dipartimenti interessati al trasferimento nel nuovo campus, nonché ai rappresentanti degli studenti, come è naturale che sia trattandosi della realizzazione di spazi e luoghi a loro destinati.

Naturalmente dovranno essere coinvolti nel progetto tutti i dipartimenti dell’Ateneo, compresi quelli dell’area umanistica, per valutare possibili progetti scientifici e didattici aperti a saperi diversi e trasversali: il campus a MIND dovrà essere la parte più innovativa di un tutto, di una universitas di cui tutta la comunità scientifica dovrà essere partecipe. A tal proposito, l’aula magna che sarà presente nel campus potrà ospitare eventi aperti a tutta la comunità accademica, per la promozione di attività scientifiche e culturali: conoscere e comunicare la nostra ricerca scientifica alla comunità e alla cittadinanza, in un contesto innovativo e di avanguardia, sarà una delle nuove missioni dell’Ateneo, con ricadute in termini culturali e di attrattività.

Un ufficio del rettorato a MIND, destinato ad ospitare il Prorettore a MIND e, per esigenze di rappresentanza, il Rettore e il D.G., testimonierà la presenza dell’Ateneo nel nuovo campus e la stretta connessione con la sede storica di via Festa del Perdono.

L’idea del campus a MIND è nata, ormai quasi dieci anni fa, a partire da almeno tre considerazioni che hanno convinto gli organi dell’Ateneo a cogliere un’opportunità:

  • le strutture scientifiche e didattiche di Città Studi – in un’area connotata da una eccessiva frammentazione degli edifici universitari – erano e sono oggi ancor più in stato di deperimento, con conseguenti problemi di sicurezza per il personale e gli studenti impegnati nei laboratori: la Statale ha bisogno di un complessivo rinnovamento tecnologico;
  • i costi per la manutenzione straordinaria delle strutture di Città Studi erano e sono oggi ancor più elevati al punto da rendere economicamente non sostenibile una consistente ristrutturazione a carico del bilancio d’Ateneo, senza poter contare su ingenti finanziamenti esterni, praticamente impossibili da ottenere per un progetto di sola ristrutturazione;
  • l’area dove si svolse l’Expo 2015 è stata destinata ad un distretto dell’innovazione, legato alla eredità di quella esposizione (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”) e, in questo contesto, la proposta di realizzare un nuovo campus scientifico dell’Ateneo ha incontrato il favore delle amministrazioni locali, di Regione Lombardia e del Governo, con finanziamenti per centinaia di milioni di euro, l’ultimo dei quali, pari a ottanta milioni, è stato disposto con la legge di bilancio per l’anno 2024.

 

Il campus scientifico a MIND ospiterà dipartimenti delle Facoltà di Scienze e tecnologie, Scienze Agrarie e alimentari, Scienze del farmaco, e i dipartimenti o gruppi di ricerca della Facoltà di Medicina e chirurgia che si occupano di ricerca in ambito biomedico, prevalentemente pre-clinico. È prevista la realizzazione di una macro-piattaforma scientifico-tecnologica, che ospiterà laboratori condivisi per la gestione di strumentazione complessa. Il campus avrà caratteristiche innovative per la ricerca, la didattica e la terza missione in ambito scientifico.

Il valore aggiunto del campus a MIND, con ricadute sull’attrattività dell’Ateneo per gli studenti e per i ricercatori, in Italia e all’estero, può essere così riassunto:

  • aggregazione scientifica e integrazione tra i dipartimenti, con potenziamento delle attività interdisciplinari;
  • disponibilità di strumentazione scientifica allo stato dell’arte per sostenere, con l’ausilio di tecnici qualificati, la ricerca dei professori e ricercatori dell’Ateneo, la didattica di alto livello e il reperimento di finanziamenti sia su bandi di ricerca sia attraverso convenzioni, attività per conto terzi e trasferimento tecnologico;
  • disponibilità di laboratori didattici moderni e gestiti in modo innovativo (i laboratori sono organizzati in “cluster” omogenei per tipologia, in modo da facilitare un loro utilizzo ampio e che si appoggi sul lavoro di team di tecnici dedicati);
  • disponibilità di aule per una didattica di alta qualità, anche innovativa.

 

Progetto infrastrutturale

Il progetto architettonico e infrastrutturale, allo stato non ancora del tutto ultimato, per quanto in fase avanzata, prevede cinque edifici collegati tra loro:

 

  • learning center: biblioteca, aula magna, aule, uffici amministrativi;
  • aule, laboratori didattici, spazi studio per gli studenti, uffici, segreterie didattiche e servizi per gli studenti;
  • mensa, aule, uffici e laboratori dipartimentali; unità della macro-piattaforma;
  • macro-piattaforma (in particolare area factory), uffici e laboratori dipartimentali;
  • aule e laboratori didattici, uffici e laboratori dipartimentali; unità della macro-piattaforma.

Progetto scientifico

 

A MIND la Statale deve conservare la propria vocazione e il proprio valore scientifico, formativo e culturale di università pubblica e generalista, della quale deve essere orgogliosa; non dovrà pertanto porsi il problema di competere con altre realtà non universitarie e con istituti di ricerca, e dovrà anzi approfittare del contesto di MIND per valorizzare, in tutte le diverse aree coinvolte, forme di collaborazione estese, anche con le imprese, con ricadute utili per la ricerca e la didattica. La ratio della realizzazione del campus proprio a MIND, nella prospettiva del progetto scientifico, è questa: favorire l’innesto su un tessuto generalista di progetti e centri di ricerca che possano trovare terreno fertile proprio in un contesto generalista. La sfida nell’Innovation District, per il nostro Ateneo, sarà quella di coniugare lo spirito e la cultura generalista con progetti innovativi, potendoci avvalere di infrastrutture tecnologiche moderne e adeguate allo state of art. Una università pubblica può e deve ben fare ricerca applicata, senza però mai perdere di vista il ruolo fondamentale della ricerca di base, tanto per la didattica quanto per la ricerca. La sfida a MIND sta nello sviluppare nuove competenze senza perdere quelle acquisite – facenti parte dell’inestimabile patrimonio delle conoscenze dei nostri ricercatori – mantenendo vive anche quelle che in un certo momento risultano non di moda (e che sono invece le sole inseguite dagli istituti di ricerca privati). Nella scienza, come ci ha insegnato la recente pandemia, le groundbreaking discoveries possono essere studiate e affrontate solo con il pieno dominio delle conoscenze di base. E quelle conoscenze possono portare a groundbreaking discoveries, come nel caso (per fare solo un esempio) del premio Nobel per la Fisiologia/Medicina assegnato nel 2006 ai professori americani Fire e Mello per i loro studi sull’RNA Interference, fondamentali per spiegare il funzionamento del genoma umano, che si sono avvalsi dello studio della regolazione del colore nei petali delle petunie.

Il progetto scientifico di MIND non è peraltro rivolto solo verso l’esterno ma ancor prima verso l’interno: la creazione di un campus e la ricerca in un luogo comune da parte dei nostri dipartimenti scientifici, con strumenti in comune, abbattono le barriere tra le aree scientifiche e favorisce nuovi approcci e sviluppi interdisciplinari, con ricadute notevoli sull’attrattività di finanziamenti per la ricerca, anche industriali, e sul contributo che la Statale può e deve continuare a dare al progresso scientifico.

La sfida – e la responsabilità che avverto nel candidarmi quale Rettore – sarà quella di mettere a frutto nell’interesse pubblico, e delle nuove generazioni in particolare, gli ingenti finanziamenti pubblici per la realizzazione del campus. Dobbiamo tutti lavorare per lasciare un Ateneo migliore di quello che ci ha accolto e un Paese, un mondo, migliore di quello in cui siamo nati e abbiamo vissuto. I contributi al progresso scientifico e la didattica di eccellenza, che potranno svilupparsi nel campus a MIND, sono funzionali a questo.

 

Progetto e modello gestionale

Il progetto scientifico del campus a MIND richiede un coerente progetto e modello gestionale. Sono ben consapevole dell’esistenza di diversi elementi di complessità sul piano gestionale, in parte correlati alla nuova concezione del fare università e ricerca in strutture condivise tra i dipartimenti, in parte dipendenti dalla limitatezza degli spazi e delle possibilità di espansione. Tali complessità dovranno essere affrontate tempestivamente e fattivamente, con il coinvolgimento di tutte le aree interessate e tenendo conto delle rispettive esigenze.

Nessun dipartimento, a MIND, dovrà essere ‘tiranno’, prevalendo sugli altri nella gestione degli spazi e delle strumentazioni: il Rettore sarà in tal senso un garante di tutti i dipartimenti e di tutte le diverse aree scientifiche; nell’elaborazione del modello gestionale avrà il compito, proprio di una figura imparziale (come un giudice), di sindacare le scelte al metro dei principi di uguaglianza e ragionevolezza. Tale ruolo sarà esercitato dal Rettore anche nel controllo dell’assenza di conflitti di interessi scientifici e di appartenenza dipartimentale da parte del prorettore per MIND (inevitabilmente afferente a uno solo dei dipartimenti) e di tutti i soggetti coinvolti nei processi decisionali.

Se il progetto infrastrutturale del campus MIND (edifici e impianti tecnici) è attualmente in fase avanzata, si registra invece un ritardo nella definizione del modello gestionale, che dovrà essere urgentemente definito e prevedere:

  • la gestione delle attività dipartimentali;
  • la gestione della macro-piattaforma scientifico-tecnologica;
  • la gestione degli spazi per la didattica.

Sarà inoltre necessario:

  • progettare gli allestimenti di uffici e laboratori (mobili, arredi tecnici) e le modalità di realizzazione (trasloco e/o acquisto degli strumenti, anche alla luce di una attenta valutazione dei costi);
  • programmare la tempistica del trasferimento dei dipartimenti, con l’obiettivo di ridurre al minimo i disagi, per l’intera comunità accademica, e di realizzare un trasferimento contestuale/parallelo della didattica e della ricerca.

Occorrerà altresì (pur a fronte della limitatezza degli spazi a MIND):

  • progettare la gestione del trasferimento tecnologico, che dovrebbe opportunamente avere sede a MIND, almeno in parte, per giovarsi della vicinanza con i dipartimenti scientifici e le altre realtà presenti a MIND;
  • progettare una sistemazione ragionevole delle attuali collezioni museali dei dipartimenti scientifici (ad es., di strumenti storici a fisica, di minerali a scienze della Terra, di frutti artificiali a scienze agrarie), che richiedono di essere messe a sistema e valorizzate per la didattica, per la ricerca e per la terza missione.     

La complessità di elaborare un modello gestionale, resa evidente dai tanti aspetti da considerare e dalle tante esigenze da contemperare, richiede anzitutto una visione e un metodo. Quel modello non può essere imposto dall’Amministrazione con una logica top-down ma deve invece nascere dall’ascolto della comunità accademica, essenziale per acquisire informazioni ed esigenze che fanno parte del patrimonio di conoscenza e di esperienza di chi, come professore, ricercatore, tecnico o amministrativo, lavora per la ricerca, per la didattica e per la terza missione in tutte le aree scientifiche interessate, nessuna esclusa. Il modello gestionale del campus MIND deve essere progettato dal basso e concepito da chi studia e lavora per la scienza: non va dimenticato che il progetto organizzativo deve essere coerente con quello scientifico. Nessuno meglio dei nostri scienziati e tecnici, che vivono in simbiosi con gli strumenti, conosce le esigenze rilevanti e può portare il contributo di una visione decisiva per concepire il futuro della Statale a MIND. Un modello gestionale che non sia pienamente aperto alle esigenze della didattica e della ricerca per il futuro, e che sia invece in tutto o in parte calato dall’alto e improntato a logiche prevalentemente burocratico-amministrative, impedirebbe l’innovazione e l’efficienza scientifica essenziale per il campus a MIND: rischierebbe di creare nel nuovo campus condizioni di lavoro peggiori di quelle attuali. 

Di seguito, passando dal metodo al merito, alcune linee programmatiche sui principali aspetti del progetto gestionale.

 

Gestione delle attività dipartimentali

Il modello gestionale del campus dovrà contemperare l’esigenza di centralizzare alcuni servizi comuni per la didattica e per la ricerca con quella di assicurare ai dipartimenti una autonomia gestionale e organizzativa, con un adeguato organico di personale tecnico e amministrativo. Ciò appare essenziale per garantire ai dipartimenti una propria autonomia funzionale, tanto sul lato amministrativo, quanto su quelli della didattica, della ricerca e della terza missione. È immaginabile ed auspicabile prevedere a MIND una compresenza di personale TAB di campus e di personale TAB di dipartimento, con delimitazione delle rispettive aree di competenza; senza che ciò impedisca una inevitabile razionalizzazione degli organici dei dipartimenti, imposta da esigenze di spazio e che ben può venire incontro a esigenze del personale non interessato al trasferimento a MIND. Sarà importante cercare di assicurare una prossimità del personale TAB di dipartimento al personale docente. Così come, per esigenze di efficienza gestionale, sarà di cruciale importanza, se necessario anche attraverso modifiche regolamentari o statutarie, garantire un sufficiente grado di autonomia amministrativa ai servizi comuni per la didattica, la ricerca e la terza missione, evitando, quando disfunzionale, l’accentramento di tutti quei servizi nella sede centrale. Il complessivo processo di semplificazione dell’amministrazione dovrà necessariamente quanto ragionevolmente interessare anche il campus a MIND. I processi di accentramento e di decentramento delle competenze (dalla sede centrale al campus, e dal campus ai dipartimenti) devono essere improntati a criteri di ragionevolezza, efficienza e migliore tempestività dell’azione amministrativa.     

  

Gestione della macropiattaforma

Al centro del progetto MIND vi è la realizzazione di una macropiattaforma tecnologica interdipartimentale, di oltre 11.000 mq: una struttura unica nel panorama nazionale pubblico, nella quale sarà sistemato il rinnovato patrimonio tecnologico dell’Ateneo in uso ai dipartimenti scientifici. Oltre allo svecchiamento degli strumenti, la novità – e la correlata sfida scientifica e didattica – sarà rappresentata da una gestione comune di strumenti e spazi: un mettere insieme il patrimonio tecnologico a beneficio di tutta la comunità accademica interessata al trasferimento nel campus, con nuove potenzialità di sviluppo della ricerca interdisciplinare e di costante innovazione, in linea con lo stato dell’arte. Sono in particolare previste tre tipologie di infrastrutture:

  • Uni-Tech 2.0 (evoluzione delle attuali Uni-Tech, che saranno trasferite a MIND e riorganizzate): laboratori che ospiteranno strumentazioni complesse, che necessitano di personale altamente qualificato e di continuo aggiornamento, a supporto di esigenze specifiche di ricerca difficilmente affrontabili da singoli gruppi;
  •  Uni-Facility: infrastrutture o insiemi di laboratori che devono essere costituiti, attrezzati, organizzati e gestiti in ottemperanza a leggi e regolamenti vigenti e funzionare nel rispetto di specifiche best practices;
  • Uni-Service: servizi di supporto alla ricerca, che si avvalgono di spazi, infrastrutture e personale tecnico e amministrativo dedicato.

In particolare, rilievo centrale assumerà il modello gestionale delle Uni-Tech 2.0 e della macropiattaforma in genere. È opportuno, per ragionevoli esigenze di continuità e di tempo, che esso tenga conto delle proposte emerse nel Tavolo Campus MIND. In quella sede è stato delineato un inedito modello che fa leva su due punti. In primo luogo, la configurazione giuridica e contabile della macropiattaforma come centro di costo distinto dai dipartimenti, dotato di un budget e di un proprio organico di personale tecnico e amministrativo, con conseguente adeguato grado di autonomia gestionale e superamento di aspetti critici riscontrati nella gestione delle attuali Uni-Tech. In secondo luogo, si ritiene conseguente e necessaria la costituzione di un organismo di governance (delle Uni-Tech 2.0. e delle Uni-Facility), sotto forma di Consiglio di Indirizzo scientifico e amministrativo, del quale dovranno far parte il personale docente rappresentativo dei diversi dipartimenti e il personale tecnico e amministrativo.

Va da sé che un candidato Rettore giurista può assicurare la necessaria sensibilità e competenza per gestire il non facile processo di revisione regolamentare e statutaria necessario per istituire il nuovo centro di costo in tempi brevi e con anticipo rispetto al trasferimento a MIND, nonché per inquadrare e innestare il modello gestionale della macropiattaforma nella normativa di Ateneo e in quella di legge. Dovranno inoltre essere individuati criteri generali di gestione della strumentazione condivisa, le regole per garantire l’accesso il più possibile libero e agevole alle strumentazioni da parte di tutti (professori, ricercatori, tecnici, assegnisti, dottorandi, studenti), le ipotesi in cui è ragionevole o necessario prevedere un accesso prioritario/privilegiato da parte di singoli utenti o categorie di utenti.

 

Gestione degli spazi per la didattica e dei laboratori didattici

Dovrà essere opportunamente organizzata a livello di campus la gestione delle aule e dei laboratori didattici, anche in questo caso caratterizzata da un utilizzo comune. Sarà fondamentale assicurare un efficiente coordinamento con gli organi di gestione dei corsi di studio. Si tratterà – e anche in questo caso la sensibilità e la competenza di un Rettore giurista potranno fornire un utile contributo – di stabilire e regolamentare i rapporti tra collegi didattici, dipartimenti e facoltà, da una parte, e servizi di gestione delle aule e dei laboratori didattici, dall’altra parte. Tali servizi, quanto ai laboratori didattici in particolare, dovranno garantire un adeguato numero di équipe di personale tecnico dedicato per la gestione di tipologie omogenee di laboratori, ovvero per la preparazione dei laboratori stessi, della strumentazione e dei materiali occorrenti, ovvero per attività di supporto anche rispetto all’utilizzo in sicurezza dei laboratori da parte degli studenti e degli utenti in genere. Si dovrà progettare un sistema di coordinamento di queste équipe, con un rapporto stretto e continuo tra figure tecniche con capacità gestionali altamente professionali e gli organismi responsabili della didattica (Dipartimenti, Collegi didattici, Facoltà). Il progetto gestionale del campus MIND dovrà dedicare particolare attenzione al futuro dei tecnici di laboratorio e al loro ruolo non solo nei laboratori didattici, ma anche nella macropiattaforma.

I tecnici – con i quali l’impegno è di aprire un apposito tavolo di confronto – dovranno essere coinvolti nell’elaborazione del modello gestionale, valorizzandone l’esperienza anche nel rapporto con gruppi di ricerca e studenti, la professionalità acquisita, il senso di appartenenza all’Ateneo e il ruolo strategico essenziale per la riuscita del progetto campus MIND.

Al tavolo sul progetto gestionale della didattica a MIND dovranno essere presenti anche i rappresentanti dei nostri studenti, dottorandi di ricerca e specializzandi, quali destinatari dell’offerta formativa del nuovo campus.

 

Gestione del trasferimento a MIND del personale TAB: subito un tavolo di confronto

Il nuovo campus a MIND è un progetto tanto centrale e importante, quanto di impatto sul personale dell’Ateneo e, in particolare, sul personale TAB. Per tale ragione, il mio impegno è di costituire in breve tempo un tavolo di confronto con le rappresentanze del personale T.A.B. per discutere in modo trasparente, aperto e il più possibile condiviso il tema del trasferimento; un tavolo che dovrà considerare in modo specifico le diverse problematiche dei tecnici di laboratorio, degli amministrativi e dei bibliotecari; un tavolo che dovrà anche ragionare sulle modalità con cui garantire il benessere del personale, cioè su come offrire, anche con il rafforzamento dei rapporti con gli altri attori presenti a MIND, servizi di welfare che assicurino la conciliazione di vita, studio e lavoro delle donne e degli uomini, delle ragazze e dei ragazzi che lavoreranno e studieranno nel campus a MIND. Il metodo dell’ascolto, finalizzato a comprendere per decidere in modo responsabile, è quanto mai opportuno trattandosi di dover contemperare per quanto possibile l’interesse dell’Ateneo con le ragionevoli esigenze personali e familiari di ciascuno, anche in relazione alla conciliazione vita-lavoro. Fermo restando che l’Ateneo, nei limiti delle risorse disponibili, dovrà da subito programmare il reclutamento di nuovo personale TAB per il campus MIND.

Un primo e fondamentale elemento di valutazione, da correlare al modello organizzativo e alle effettive esigenze, in rapporto agli spazi disponibili, dovrà allora essere rappresentato da una programmazione dell’organico necessario a MIND, sia a livello di campus sia a livello dei dipartimenti.

Un secondo e utile elemento di valutazione può essere poi rappresentato da un sondaggio per l’informale manifestazione di interesse al trasferimento, su base volontaria e previa adeguata informativa, estesa a tutto il personale TAB. Conoscere il dato di quanti sono disponibili o interessati a trasferirsi a MIND può consentire di contemperare le esigenze di quanti, invece, preferiscono non trasferirvisi. Ferma restando, naturalmente, l’esigenza dell’Ateneo di poter contare a MIND su un organico di personale TAB adeguato, anche per categorie e professionalità. La coesione della comunità e la valorizzazione di ciascuno in un progetto comune di tale portata, unitamente alla piena disponibilità all’ascolto e al confronto, saranno elementi decisivi per favorire la collaborazione del personale TAB – così come di quello docente – nell’interesse comune dell’Ateneo e degli studenti di oggi e di domani.    

 

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